Considerato l’oro bianco di Caraglio, l'Aj'd Caraj è un prodotto che favorisce la biodiversità e la cui coltivazione è orientata al rispetto della terra e della stagionalità. Tra i prodotti della sua rotazione agraria troviamo la patata piatlina, il barbarià, le lenticchie, il grano saraceno, il mais pignolèt, il mais ottofile.
L’aglio di Caraglio, considerato una vera gemma del territorio e ingrediente indispensabile di tanti piatti della tradizione piemontese, per anni ha rischiato di estinguersi per poi essere recuperato e valorizzato recentemente grazie anche alla riscoperta di un tipo di lavorazione tradizionale e senza diserbo chimico.
Le sue peculiarità gli vengono conferite dal terreno locale, povero di solfati, e dal clima della zona di produzione, da sempre particolarmente votata per la coltivazione dell’aglio grazie soprattutto all’immediata vicinanza delle montagne.
Inoltre per quanto è possibile viene usato per la concimazione letame proveniente dagli allevamenti di Castelmagno.
Sebbene non tutte le aziende siano certificate bio, tutte seguono la metodologia biologica o bio integrata anche perché il Consorzio indirizza la produzione verso l’agricoltura biologica.
L’asciugatura, l’essiccatura e la conservazione avvengono tramite l’apposizione dei mazzi in pendeis (pannelli), in luogo ventilato, asciutto, luminoso ma non al sole diretto.
La pulizia e il confezionamento dell’aglio avvengono manualmente.
Nel 1998 si è formata la Confraternita con finalità promozionali e culturali, e l'aglio storico viene scelto come prodotto da tutelare, ad esempio attraverso una produzione orientata alla qualità del prodotto e non solo alla sua quantità per il commercio.
Per maggiori informazioni: http://www.visitmove.it/aglio-di-caraglio-p-a-t-e-aglio-storico-di-caraglio-p-s-f/#more-675
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