Accesso ai servizi



La lingua occitana



Lingua d'oc, a nosto modo, provenzale: le origini e il presente di una lingua viva

La lingua occitana


Il profilo linguistico della valle Grana è composto da numerose varietà, riconducibili a due parlate principali: la prima, quella piemontese nella varietà "alpina", diffusa nei comuni della bassa valle (Bernezzo, Cervasca, Carglio e Valgrana), la seconda quella delle parlate occitaniche, diffuse nei comuni della media e alta valle seppur con varianti locali spesso molt diverse tra loro.


L’occitano, lingua romanza o neolatina, si sviluppò alla fine dell’impero romano.

Il termine occitano si deve a Dante Alighieri, che nel “De vulgari eloquentia” del 1303 classificò per primo le parlate partendo dall’avverbio di affermazione, individuando tre idiomi: lingua del sì, italiano, lingua d’oil, oiltano o francese, e lingua d’oc (dal latino hoc est, è questo), occitano.

Il termine occitano iniziò ad essere impiegato per le regioni in cui si parlava la lingua d’oc: il potere centrale francese indicava i propri feudi meridionali come patria “linguae occitanae”, o "linguae provincialis", ovvero la lingua della provincia romana per eccellenza, la Provenza.

La regione in cui è presente questa minoranza linguistica abbraccia tre Stati: la Val d'Aran in Spagna, i 32 dipartimenti nel sud della Francia, e 120 comuni in Italia, concentrati nelle valli alpine del basso Piemonte (dall'alta Valle di Susa in provincia di Torino alla valle Ellero in provincia di Cuneo) e nella provincia di Imperia, con un'appendice in Calabria nel piccolo borgo di Guardia Piemontese, dove nel XIV secolo si insediò una comunità di valdesi fuggiti alle persecuzioni.

Si stima che oggi i parlanti di lingua occitana, o provenzale (altro nome con cui è definita), siano quasi tre milioni.


Sebbene la dialettologia distingua la lingua occitana tout court dalla parlata provenzale, diffusa nelle regioni occitane afferenti alla Provenza e ad alcuni comuni in Piemonte (tra cui la frazione Coumboscuro di Monterosso Grana), giuridicamente la Legge dello Stato 482/1999 che tutela le minoranze linguistico-storiche d'Italia fa riferimento alla sola lingua occitana.

Tra i principali esponenti della scuola poetica in lingua occitana della valle Grana va posto senza dubbio Sergio Arneodo, maestro a Sancto Lucio di Coumboscuro ed ideatore del periodico Coumboscuro, responsabile del Movimento Coumboscuro di Autonomia e Civiltà Privenzale Alpina, oggi Coumboscuro Centre Prouvençal, e tra i fondadori dell'Escolo dòu Po. 


Tra i poeti occitani ricordiamo anche: Claudio Salvagno, Olga Martino, Amelia Saracco, Renato Lombardo, Francesco Isoardi, Spirito Durbano, e Aorelio Pellegrino. 

Per approfondire la legge n. 482 del 1999 che tutela le minoranze linguistiche si rimanda alla seguente pagina

Scopri di più sull'Escolo de Sancto Lucio e sulla minoranza di lingua provenzale a Coumboscuro, frazione di Monterosso Grana, visitando il sito del Centro di Documentazione



Scopri di più sulla lingua e la cultura occitana sul sito dell'Espaci Occitan